Image

    Consulenza telefonica gratuita

    Compila il form per essere richiamato dal nostro team





    I TARLI

    I tarli del legno sviluppano la propria vita in quattro stadi: uova, larva, pupa e coleottero adulto. Questi insetti all’ultimo stadio depongono le uova nella crepe o fessure delle superfici in legno. Una volta che si sono evoluti in larve, cominciano immediatamente a nutrirsi di legno essendo l’unico cibo disponibile. Quando si trovano in questo stadio è molto difficile individuarli. Le larve continuando a mangiare il legno, passano allo stadio successivo cioè pupe, diventando in seguito coleotteri adulti che escono in superficie. Nel momento in cui il tarlo infesta un ambiente, impiega anni a consumare tutto il legno presente, a meno che non si richieda un intervento a DISINFESTARE’ (*)La loro corretta identificazione, assai importante per valutare l’origine ed i motivi che hanno condotto all’infestazione, si basa sulla classificazione degli esemplari di tarlo adulto fuoriusciti dal legno infestato. Se ciò non è possibile da subito, alcune utili informazioni possono essere ricavate dall’esame delle forme (circolare o ellittica) e del diametro dei fori di uscita dalle gallerie e dall’aspetto della rosura del legno che fuoriesce dalle gallerie (polverulenta, compressa in cilindretti, …). 

    Verificare l'infestazione da tarli:

    Il controllo dell’infestazione da tarli inizia sempre con una attenta ispezione del legno infestato (singoli oggetti, travi, tavole, rivestimenti murali, pavimentazioni in legno). È necessario innanzitutto verificare se l’infestazione osservata è ancora attiva (ad es. vi è l’emissione attiva di rosura del legno) o ciò che si osserva è solo il danno causato da una infestazione precedente oramai cessata che ha lasciato evidenti tracce sul legname.

    Per verificare la presenza di una infestazione si possono utilizzare diversi metodi:

    • Si può dipingere una parte del legno infestato con un colore scuro, in questo modo tutti i nuovi fori di sfarfallamento appariranno chiari,
    • Si possono fotografare porzioni di legno per confrontare nel tempo la posizione dei fori in una determinata porzione del legno.
    • In presenza di infestazioni di bassa entità si possono anche semplicemente cerchiare i fori visibili al momento dell’ispezione per riconoscere rapidamente i fori comparsi in un secondo momento.

    Un ulteriore aspetto importante è rappresentato dall’esistenza di fattori che predispongono il legno all’infestazione da tarli ed in particolare le variazioni di umidità dovute al verificarsi di infiltrazioni d’acqua. Si tenga presente che lo sviluppo di determinati funghi del legname può favorire l’attacco dei tarli, rendendo il legname più aggredibile.

    L’attacco tende solitamente ad interessare il legno ove sono più presenti le sostanze (zuccheri) utilizzabili dai tarli (o meglio dai loro batteri simbionti) per l’alimentazione. Pertanto, l’attacco può apparire molto intenso in superficie senza in realtà addentrarsi nella parte più interna del legno. Dopo l’accoppiamento, che avviene all’esterno del legno attaccato, le femmine dei tarli si riportano verso il legno infestato per deporvi le uova. La deposizione avviene o in piccole screpolature o all’imbocco delle gallerie di fuoriuscita degli adulti. Le larve appena nate si dirigono verso l’interno del legno scavando le proprie gallerie. Lo sviluppo in forma adulta solitamente si completa in 1 o 2 anni in funzione della specie.

    Disinfestazione e controllo dei tarli:

    L’applicazione alla superficie del legno di insetticidi ad azione residuale non permette di controllare le larve dei tarli in attività all’interno del legno ma impedisce il verificarsi di successivi attacchi perché blocca lo sviluppo delle larve neonate in attività nei primissimi strati del legno.

    Per il trattamento delle superfici è opportuno procedere:

    • TRATTAMENTO A PENNELLO:

    Procedere ad una pulizia del legno da polvere od altri residui, applicare il prodotto, se possibile l’oggetto in legno dovrebbe essere trasportato in un luogo all’aperto per diminuire i rischi derivanti dall’inalazione dei vapori. L’operatore utilizza tutti i (D.P.I.) dispositivi di protezione individuale richiesti (tra cui: idonei guanti, occhiali di protezione, maschera con filtri per vapori organici, indumenti protettivi).

    Dopo aver eseguito il trattamento è opportuno predisporre una serie, ripetuta, di osservazioni per verificare la progressiva diminuzione dell’infestazione. Con il trascorrere del tempo deve diminuire l’emissione di rosura del legno e la comparsa di nuovi fori di sfarfallamento.

    • TRATTAMENTO A SIRINGA:

    Tra i mezzi che possono garantire ottimi risultati nei trattamenti antitarlo, c’è anche la siringa. Proprio a questo strumento, normalmente utilizzato come ausilio medico, è affidato infatti il compito di iniettare il veleno nei forellini prodotti dagli insetti xilofagi al fine di dare vita alla disinfestazione.

    La procedura consigliata solitamente è la seguente:

    1. Attraverso i fori d’uscita dei tarli, occorre iniettare nelle gallerie con una certa forza e a più riprese l’antitarlo. Per quanto concerne il materiale da utilizzare, si dovrebbe senz’altro optare per le siringhe di grandi dimensioni, in quanto quelle per l’insulina vanno bene soltanto per i mobili di piccolo ingombro.

    2. Bisogna ripetete il ciclo due o tre volte, a seconda della gravità dell’infestazione, avendo cura di far trascorrere tra un trattamento e l’altro un arco temporale tra i sette e i dieci giorni. A consigliare il tempo necessario tra i due cicli sarà comunque l’assorbimento completo di quello precedente, in quanto le superfici da trattare devono essere completamente asciutte.

    3. Ove sia possibile, dopo ogni applicazione sarebbe il caso di isolare il manufatto con un telo di nylon in modo da creare una sorta di camera a gas fra un trattamento e l’altro.

    I fori prodotti dai tarli

    Naturalmente anche i fori prodotti dai tarli vanno chiusi, anche al fine di evitare un effetto estetico controproducente, entro breve tempo e comunque prima di lucidare il manufatto. Al fine di chiuderli si può utilizzare lo stucco, la cera d’api colorata o la cera solida in bastoncini, che non è però facile da applicare per chi non sia esperto.
    Va anche ricordato come lo stucco o la cera usata su legni smaltati, laccati o verniciati a tampone (gommalacca o altro), debba avere una colorazione simile alla superficie stessa, debba riempire i buchi senza imbrattare la zona circostante, cercando di non provocare avvallamenti o inestetiche montagnette sugli stessi.

    Una volta che il riempitivo scelto sia ben asciutto, occorre eliminare l’eccesso “spagliettando” delicatamente con la lana d’acciaio fine tutta la superficie, tramite movimenti leggeri e circolari.
    Infine occorre applicare sull’intera superficie un velo estremamente sottile di cera d’api, per poi lasciare asciugare e lucidare energicamente con un panno di lana.

    Il nostro Modus Operandi

    1. Diagnostica tramite screening delle travature e catalogazione delle tranche:
    • Pulizia accurata tramite aspirazione ed altre operazioni,
    • Misurazione in sezioni tramite metro laser,
    • Analisi fotografica della tranche ed archiviazione della stessa.
    1. Diagnostica screening della stanza con eventuali altre attività qualora necessarie:
    • Pulizia accurata tramite aspirazione ed altre operazioni,
    • Trattamento a shock termico qualora ritenuto idoneo e necessario,
    • Trattamento a camera a gas con valutazione attenta della cubatura dell’ambiente. Questa comporta l’isolamento degli ambienti per qualche ora.
    1. Scelta del trattamento più idoneo è tutta a nostra discrezione e verrà determinata da:
    • Dai risultati dello screening,
    • Dalla valutazione tecnico visiva che sarà censita nei nostri uffici,
    • Dalla valutazione tecnica dei nostri specialisti.